Un team di scienziati della Northwestern University (USA) ha sviluppato il progetto di una nuova cella a combustibile basata sul lavoro dei microbi. Questa tecnologia è nota da più di cento anni, ma non ha ancora trovato applicazione pratica. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che non esistevano consumatori adatti – dispositivi con un consumo energetico minimo.
Il principio di funzionamento di una cella a combustibile microbica si basa sul trattamento del carbonio del suolo da parte dei microrganismi, il cui sottoprodotto è costituito da elettroni liberi. L’unica cosa da fare è collegare gli elettrodi e fornire ai microbi un accesso costante ad acqua e ossigeno. In sostanza, scavare la cella a combustibile nella terra e impedire che si secchi o affondi.
Nel nuovo design, uno degli elettrodi è interrato, l’altro sporge dalla superficie ed è collegato tra loro da un canale d’aria. È dotato di tappi protettivi per evitare l’ingresso di sporcizia e di inserti idrofobici che garantiscono la conduzione dell’aria anche in caso di allagamento della struttura. Secondo quanto riferito, funziona con livelli di umidità dal 41% al 100% e produce 68 volte più energia rispetto alle versioni precedenti.